Amicando semper n. 83 - Nuova serie - Dicembre 2025
Direttore responsabile: Enzo Santese Redazione: Mario Giannatiempo Lucia Guidorizzi Giuseppe Moscati Collaboratori: Gian Paolo Cremonesini Lorella Fermo Elena Merlino Manuel Rosani Francesco Sainato Impaginazione: Alexandra Mitakidis Editore: Andrea Boel Sito internet: www.amicando.it Facebook: nuovo amicando Pubblicazione in rete: Daniele Rossetto E mail: amicandosemper8@gmail.com Redazione: via Cussignacco 37 - 33100 Udine Registrazione Tribunale di Udine n. 1/19 dell’11 gennaio 2019 ISSN 2724-5977
Pagine 8 e 9
Un artista sulle tracce di Penelope
Nella parabola artistica di Ugo Gangheri è possibile seguire il passaggio lento e meditato dal figurativo all'astratto, e poi al materico. Il lavoro ventennale attorno al tema del paesaggio e della figura ha creato le premesse per una ricerca che va oltre non appena l'artista sente che è tempo di confrontarsi in altro modo con il mondo. La riproduzione del reale, ancorché trasfigurata da una rielaborazione profonda, si scontra con un mondo sempre più complesso, sfuggente, che nasconde livelli sempre più profondi, intenzioni segrete.
UGO GANGHERI, Ciclo Muri, cm 30 x 98, sacco di juta, ferro, acrilico, 2023
Rappresentare il paesaggio significava credere nella possibilità di leggere il mondo per come si presentava, era un atto di fede: ciò che è ciò che appare, e in fondo la realtà stessa ti dà le chiavi per decodificarla. Ma questa illusione è finita: quello che vediamo è la pelle di un mondo che non svela i suoi segreti, che si nasconde, ci esplode davanti in colori, emozioni, ma non resta, finisce per assomigliare terribilmente all'illusione e non ci dà risposte. L'essenza delle cose, ammesso che la si sfiori, precipita comunque nel crivello del nostro spazio emozionale, lascia macchie, colori, tracce. UGO GANGHERI, Ciclo Muri, cm 30 x 98, sacco di juta, ferro, acrilico, 2023 ARTE pag. 9 - n. 83 - Nuova serie - Dicembre 2025 Altomare e Ricca, il pensiero si fa pittura I componenti di alcuni sodalizi artistici traggono benefici di sviluppo delle rispettive poetiche proprio dal confronto sistematico e non perdono i tratti specifici della loro individualità, ma la rafforzano in una continua relazione di analisi, approfondimenti e riflessioni. Ciò avviene per Pippo Altomare e Federica Ricca, in mostra all’Itis Trieste dal 12 gennaio al 10 febbraio 2025 provenienti da storie diverse e da formazioni autonome, convergono spesso in un ambito di ricerca in cui ognuno esprime la sua cifra artistica, in un seducente gioco dialettico tra varie soluzioni comMa la ricerca di Gangheri ci riserva ancora un salto, ovvero la vocazione materica più recente. È un percorso che impegna tanta arte del '900, dai sacchi di Burri, ai tagli di Fontana, all'arte povera. Un "ritorno alla materia" , dopo l'ubriacatura astratta, un tentativo di riallacciare dei fili per vie diverse, affettive, compassionevoli. Il mondo non scopre le sue carte ma si può condividere la consistenza delle cose, la dimensione concreta e dolente degli oggetti. Dal 2006 Gangheri si serve di sacchi grezzi di juta, inserti metallici arrugginiti, cuoio, legno, materiali che si portano dietro uno spessore derivante dalla loro consistenza fisica e dalla loro funzione ormai esaurita. I sacchi sono fatti per contenere cose, per catturarle, e già questa è una bella metafora. Ma non c'è alcuna semplificazione in questo processo, piuttosto la ricerca di uno schema: fili di ferro incastrati nel materiale morbido del supporto delimitano spazi, creano un ordine. Così nelle installazioni, steli ritte in cui si creano linee di tensione, che diano senso, restituiscano una parola definitiva. Ma quale? Per chi? Le cose hanno perso la loro funzione, sono estranee al mondo. I numeri scritti sembrano spiegare, catalogare, ma sono avulsi dal contesto, parIl mondo ha segreti, regole, drammi che non si vedono ma che l'artista è chiamato a denunciare con un linguaggio che non può essere più quello lineare e descrittivo. L'astrazione è una lotta che attraverso linee, campiture, sfida il mondo a rivelarsi, a rispondere alle nostre domande. Lo stesso Gangheri ci rivela come temi fondanti del suo lavoro le Tracce, i Muri e l'Umanità, tre linee che sono veri e propri cicli tematici, ricercano linguaggi diversi ubbidendo ad un richiamo etico.
UGO GANGHERI, Ciclo Umanità, cm 77 x 56, sacco di juta, acrilico, 2023
Ma la ricerca di Gangheri ci riserva ancora un salto, ovvero la vocazione materica più recente. È un percorso che impegna tanta arte del '900, dai sacchi di Burri, ai tagli di Fontana, all'arte povera. Un "ritorno alla materia" , dopo l'ubriacatura astratta, un tentativo di riallacciare dei fili per vie diverse, affettive, compassionevoli. Il mondo non scopre le sue carte ma si può condividere la consistenza delle cose, la dimensione concreta e dolente degli oggetti. Dal 2006 Gangheri si serve di sacchi grezzi di juta, inserti metallici arrugginiti, cuoio, legno, materiali che si portano dietro uno spessore derivante dalla loro consistenza fisica e dalla loro funzione ormai esaurita. I sacchi sono fatti per contenere cose, per catturarle, e già questa è una bella metafora. Ma non c'è alcuna semplificazione in questo processo, piuttosto la ricerca di uno schema: fili di ferro incastrati nel materiale morbido del supporto delimitano spazi, creano un ordine. Così nelle installazioni, steli ritte in cui si creano linee di tensione, che diano senso, restituiscano una parola definitiva. Ma quale? Per chi? Le cose hanno perso la loro funzione, sono estranee al mondo. I numeri scritti sembrano spiegare, catalogare, ma sono avulsi dal contesto, parlano di merci ormai spedite, consumate. Vi è lo sforzo di creare una connessione fraterna ma le cose non ci rivelano segreti rassicuranti e finiscono per condividere anche loro il nostro smarrimento. Ma l'avventura artistica non finisce perché nel 2010 Ugo Gangheri inizia “a togliere i fili”, un lavoro certosino che ritaglia nella tessitura fitta e regolare delle striature nuove, crea varchi, buchi, passaggi. Una precisa cifra stilistica che potrebbe passare inosservata, non fosse per il suo forte valore simbolico. Viene in mente Penelope che disfaceva la tela di notte, per ingannare ogni domanda e procrastinare il tempo della risposta. Azione di altissimo valore simbolico proprio perché contraria a ogni buon senso, quasi il rifiuto di definire una trama perché nell'attesa di un ritorno nessuna risposta ha senso, nulla di certo si può scrivere. È il filo della memoria che viene meno: più scendiamo in profondità più le trame cedono, le maglie si allargano. E allora l'artista sceglie di gestirlo lui questo sfaldarsi delle certezze, di aprirli lui i varchi, di lasciar fuggire gli oggetti. In questa rinuncia a tenere, a capire, è la gioia liberatoria di lasciar andare godendo piuttosto il fluire libero degli eventi. Il sacco della nostra anima e della nostra percezione è consumato, l'essenza non resta, ma solo il ricordo, l'emozione ci lasciano qualche traccia, anche se forse è tutt'altro dalla verità delle cose.
Paolo Venti
-------------------------------------------------
-----------------------------------------------------
------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------
Incedere di trame
Ugo Gangheri
Mostra d'Arte Contemporanea
in collaborazione con la Città di Cividale e l'Associazione Opificio 330
Curatrice Donatella Nonino
Chiesa Santa Maria dei Battuti
Cividale del Friuli
30 settembre - 22 ottobre 2023
Inaugurazione 30 settembre 2023 ore 17.00
La mostra organizzata in
collaborazione con la Città di Cividale del Friuli e l’associazione OPIFICIO330, a cura di Donatella Nonino, propone i lavori
di Ugo Gangheri.
L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative che la Città di
Cividale del Friuli sostiene a favore della cultura. Gangheri presenta le opere degli ultimi anni
e molte inedite. La sua pittura verte su temi quali: Tracce, in
cui ricerca la sacralità
dell’esistenza; Muri, dove esplora
le barriere che
si creano nella società e nell’animo di ognuno di noi; Umanità, una
riflessione sull’atteggiamento evolutivo dell’Uomo.
L’opera di Gangheri, attraverso l’uso di materiali diversi, come vecchi sacchi grezzi di caffè, lastre di
ferro arrugginite, cuoio, legno, carta ed altro, si compenetra con rarefatto
equilibrio, diviene linguaggio inconsueto, autonomo e restituisce una forma
capace di trasferirsi dall’opera visiva al nostro percepito.
In questa mostra si può cogliere la matericità data dai sacchi di
caffè, simbolo di un viaggio, dal quale trarre il nettare del nutrimento. Il
lavoro di Gangheri è questo incedere sui singoli fili di trama e ordito, che
via via vengono liberati dal giogo della composizione, per poi librarsi insieme
ai colori impressi sulla
tela, abbinati, tal volta al
ferro, o alla carta o a incursioni di oro. Elementi quest’ultimi che
simbolicamente si possono ricondurre al nostro vissuto. Il suo lavoro è un
sedimentare attraverso il tempo delle esperienze.
Una mostra rappresenta sempre la fiducia con cui un artista si
offre al pubblico. Ugo Gangheri, nella sua personale a Cividale, dal 30
settembre si affida all’incedere del visitatore attraverso le trame delle opere
esposte; opere che propongono anche il ciclo degli abbracci, un ciclo che a
lungo ha affrontato ed esposto in
diverse importanti occasioni internazionali.
Gangheri è presente in mostra, negli orari del sabato e della
domenica, assieme alla curatrice
Donatella Nonino, dal vernissage del 30 settembre fino al finissage
del 22 ottobre.
EVENTI COLLATERALI:
La già importante mostra si arricchisce con due interventi poetici. Sabato 7 ottobre alle ore 18:00
con il poeta e scrittore Pietro De
Marchi. Sabato 14
ottobre, sempre alle 18:00, con il poeta e scrittore Enzo Martines. Entrambi gli autori
leggono brani e poesie tratte dalle rispettive pubblicazioni che ci permettono
di viaggiare tra l’incedere di trame presenti nelle opere di Ugo Gangheri.
e due incontri con gli scrittori e poeti
Pietro De Marchi
Enzo Martines
Sacco di caffè, ferro, acrilico
Polittico 136 x 444
2023
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Cà Lozzio Incontri - Oderzo /TV
Inaugurazione 20 marzo 2022
dal 20 marzo al 18 aprile 2022, ospita una mia mostra.
Curatrice Donatella Avanzo.
Inaugurazione: 20 marzo 2022 ore 11,00.
Visitabile: venerdì, sabato e domenica, ore 15,00 – 24,00
Donatella Avanzo
Scrivere di Ugo Gangheri non è cosa semplice. Egli opera, in maniera sorprendente, sulla vicinanza di materia e materia, sulla variazione di superficie, sulla sostituzione di un colore con componenti di colore simile ma molto più ricchi di informazioni (lastre di ferro, carta, scarti industriali), derivanti dalla loro consistenza fisica, dal loro uso precedente e dal loro eventuale vissuto;
infine, opera mediante l’origine dei contrasti tra materie diverse e attraverso un istintivo impianto geometrico dell’immagine da ottenere.
Ciò che è più importante nell’analisi dell’artista è il raggiungimento della forma e dello spazio mediante un rapporto di raffinato equilibrio tra i diversi elementi materici che si concretizzano in ogni sua opera.
Attraverso la detessitura di vecchi sacchi di caffè crea la forma geometrica da cui ha inizio la costruzione del suo atto artistico, come per esempio in “Vitalità imprigionata” dove il ferro arrugginito fronteggia lo sguardo dell’osservatore con fierezza e precisione.
Le sue opere sono venate da una grande spiritualità, con sviluppi formali che negli anni lo avvicinano a certe atmosfere dell’Arte Povera.
Le lame metalliche che paiono incidere e squarciare la scomputata trama della iuta attivano il suo linguaggio pittorico e ci spingono a vederci riflessi nelle nostre inevitabili fragilità.
Fragilità, ma anche inesauribile energia vitale rappresentata dai bagliori dell’incorruttibilità dell’oro presente anche nelle essenziali sculture esposte per la prima volta in questa mostra.
Il ricorso a entità organiche e inorganiche trasforma il suo linguaggio in un’esperienza corporea intesa come trasmissione sensoriale.
La vita pittorica di Ugo Gangheri è stata influenzata da artisti quali Burri, Fontana, Tapies, ma soprattutto da suo padre, anch’egli pittore e appassionato d’arte, che ha saputo trasferire in lui il dono della sensibilità che sta nella capacità di mettere in movimento e in discussione la forma.
Il suo interesse è quello di studiare gli aspetti materici dell’arte e le sperimentazioni che conducono l’artista e lo spettatore oltre la superficie del quadro.
In tutta la sua ricerca egli svilupperà anche una relazione del tutto personale con la cultura e l’instabilità sociale della storia attuale che porterà alla realizzazione di cicli tematici:
Tracce, in cui ricerca la sacralità dell’esistenza; Muri, dove esplora le barriere che si creano nella società e nell’animo di ognuno di noi; Umanità, con la sua riflessione sull’atteggiamento evolutivo dell’Uomo.
La ricerca costante di materiali che parlino della fragilità dell’essere umano viene riconosciuta dall’artista nelle lastre di ferro corrose che diventano simboli di quel male che è dentro di noi, che ci devasta e indebolisce, ma che può essere compreso e trasformato in energica creatività per concretizzare rilevanti opere artistiche.
Nei suoi lavori è sempre presente un gioco di metamorfosi e contrasti quali, per esempio, carta e ferro: leggerezza e pesantezza si incontrano in un quieto dialogo che tende ad armonizzare gli elementi. Il contrasto serve da cortocircuito visivo che spinge l’osservatore a fermarsi per comprendere il significato di quella vicinanza.
Ugo Gangheri, attraverso il dialogo tra materia organica e inorganica, è espressione di quella cultura e di quella storia che si oppone alla distruzione e all’oblio di questa nostra società detta Umanità.
Cà Lozzio, 20 marzo 2022
&&OO&&
oo§§oo
Genius Loci - Parco Sant'Osvaldo Udine
8 giugno - 7 luglio 2019
Fervono i preparativi per il 6° anno consecutivo di L’Arte Non Mente a Udine nell’ex Manicomio di Sant’Osvaldo nel periodo che va dall’8 giugno al 7 luglio.
Una celebrazione dell’arte, nel rispetto e nel ricordo di ciò che è stato il luogo e di coloro che sono passati tra queste mura. L’evento come sempre sarà ricco di musica, mostre, attività teatrali e non solo.
Quest’anno il nucleo del progetto sarà l’esposizione del Genius Loci: espressione adottata in architettura per individuare una forma d’approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente che consiste nell’interazione tra il luogo e la sua identità.
Questo avverrà grazie alla tecnica utilizzata con successo dal duo Ttozoi. Il duo da diverso tempo infatti realizza in diversi siti a livello internazionale il proprio lavoro .
La modalità, interessante e singolare, è di far prolificare naturalmente delle muffe in un dato luogo e in un dato tempo. Questo fa sì che l’opera d’arte diventi la sintesi, il connubio tra essa stessa e il luogo. Infatti la muffa, utilizzata come medium artistico, risulta fortemente influenzata dalle microclimatiche del luogo di
esecuzione.
Le opere, così, riescono a “catturare” l’anima del luogo, trasferendo sulla tela la memoria del sito.
In questo senso, 7 artisti scelti dalla curatrice Donatella Nonino: Beatrice Cepellotti, DAZ Daniela Moretti, Alfonso Firmani, Gangheri Ugo, Maria Elisabetta Novello, Silvano Spessot, Enzo Valentinuz, e lo stesso duo
TTOZOI Stefano Forgione e Giuseppe Rossi lavoreranno su 18 tele che poi verranno messe a dimora nei padiglioni dismessi del Parco di Sant’Osvaldo per un periodo di 40 giorni. Il risultato di queste sinergie in una residenza d’artista collettiva, dell’arco di 2 mesi circa, sarà in esposizione in una mostra permanente e a ingresso gratuito per tutta la manifestazione.
Nello stesso periodo molti saranno gli artisti che interverranno con installazioni site specific e performance in tutto il parco. Tra i nomi, l’artista Adele Ceraudo, quest’anno è stata scelta per la Concept Area dove esporrà alcuni dei suoi lavori.
L’evento ha come madrina d’eccezione la Conservatrice dei Civici Musei di Udine Vania Gransinigh mentre la presentazione è affidata a Francesca Agostinelli.
Inaugurazione e conferenza stampa 8 giugno 18.30 Parco dell’ex Manicomio di Udine
Palazzo Zaguri Venezia
Dall’archivio storico di Corrado Cagli arriva a Palazzo Zaguri
il quadro originale che fece esclamare al pittore marchigiano
“Scassa, il suo arazzo è più bello del mio quadro!”
oo§§oo
Fabio Merotto
Al P.A.B. Punto Arte Benandante a Portogruaro VE espone Ugo Gangheri con la mostra Tracce.
Introduzione critica di Alessandra Santin e letture poetiche di Fabio Franzin. Fino al 13 gennaio 2019. --- Siamo abituati ad osservare che in una tela dipinta diventa spesso principale il soggetto rappresentato e i colori stesi, seppur con qualsiasi tecnica, sul supporto. In questi lavori di Ugo Gangheri è proprio il supporto ad avere senso nella sua pittura. Tra l'altro si sono invertiti di ruolo il mezzo e il fine. Se la tela, per necessità, è il mezzo e la pittura è il fine, con il suo fare Ugo Gangheri ha ribaltato la consuetudine, ed è proprio questa azione che ci pone delle riflessioni. Nei suoi sacchi, quindi, la pittura è il mezzo e la tela è il fine, il risultato e l'obiettivo del suo atto creativo. Quindi la sua pittura si ribalta; pare che la sua non sia una tecnica mista su sacco, bensì un sacco su tecnica mista. Gli esiti della sua pittura sono stati rivoltati come un tessuto in cui le cuciture sono messe in evidenza e non appaiono scomode. Le cuciture sono linee che dividono il sacco in più piani pittorici che dialogano tra loro, senza che uno prevalga sull'altro. I sacchi sembrano imbevuti di colore e l'autore fa emergere le diverse tramature che fanno rima con le campiture di colore. Nei suoi sacchi la materia è supporto. La ruvidezza della materia è sinonimo di sacrificio, fatica e sudore per il lavoro nelle piantagioni di caffè, come si legge nelle geometrie che l'autore pone in evidenza. Un'opera non solo va osservata ma anche letta per fare nostra un'esperienza personale. |
Mostra personale di Ugo Gangheri alla Casa della Confraternita – Castello di Udine
25 gennaio 2014
nello studio
23 novembre 2013 - ore 17,00
presso la Galleria "La Comunale" di Monfalcone
Inaugurazione della
Rassegna Regionale d'Arte
All'interno della mostra presentazione dell'Anteprima "Progetto Friuli-Kosovo"
Evento organizzato dal Comune di Monfalcone in collaborazione con il
Centro Friulano Arti Plastiche
















































Nessun commento:
Posta un commento