Incedere di trame
Ugo Gangheri
Mostra d'Arte Contemporanea
in collaborazione con la Città di Cividale e l'Associazione Opificio 330
Curatrice Donatella Nonino
Chiesa Santa Maria dei Battuti
Cividale del Friuli
30 settembre - 22 ottobre 2023
Inaugurazione 30 settembre 2023 ore 17.00
La mostra organizzata in
collaborazione con la Città di Cividale del Friuli e l’associazione OPIFICIO330, a cura di Donatella Nonino, propone i lavori
di Ugo Gangheri.
L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative che la Città di
Cividale del Friuli sostiene a favore della cultura. Gangheri presenta le opere degli ultimi anni
e molte inedite. La sua pittura verte su temi quali: Tracce, in
cui ricerca la sacralità
dell’esistenza; Muri, dove esplora
le barriere che
si creano nella società e nell’animo di ognuno di noi; Umanità, una
riflessione sull’atteggiamento evolutivo dell’Uomo.
L’opera di Gangheri, attraverso l’uso di materiali diversi, come vecchi sacchi grezzi di caffè, lastre di
ferro arrugginite, cuoio, legno, carta ed altro, si compenetra con rarefatto
equilibrio, diviene linguaggio inconsueto, autonomo e restituisce una forma
capace di trasferirsi dall’opera visiva al nostro percepito.
In questa mostra si può cogliere la matericità data dai sacchi di
caffè, simbolo di un viaggio, dal quale trarre il nettare del nutrimento. Il
lavoro di Gangheri è questo incedere sui singoli fili di trama e ordito, che
via via vengono liberati dal giogo della composizione, per poi librarsi insieme
ai colori impressi sulla
tela, abbinati, tal volta al
ferro, o alla carta o a incursioni di oro. Elementi quest’ultimi che
simbolicamente si possono ricondurre al nostro vissuto. Il suo lavoro è un
sedimentare attraverso il tempo delle esperienze.
Una mostra rappresenta sempre la fiducia con cui un artista si
offre al pubblico. Ugo Gangheri, nella sua personale a Cividale, dal 30
settembre si affida all’incedere del visitatore attraverso le trame delle opere
esposte; opere che propongono anche il ciclo degli abbracci, un ciclo che a
lungo ha affrontato ed esposto in
diverse importanti occasioni internazionali.
Gangheri è presente in mostra, negli orari del sabato e della
domenica, assieme alla curatrice
Donatella Nonino, dal vernissage del 30 settembre fino al finissage
del 22 ottobre.
EVENTI COLLATERALI:
La già importante mostra si arricchisce con due interventi poetici. Sabato 7 ottobre alle ore 18:00
con il poeta e scrittore Pietro De
Marchi. Sabato 14
ottobre, sempre alle 18:00, con il poeta e scrittore Enzo Martines. Entrambi gli autori
leggono brani e poesie tratte dalle rispettive pubblicazioni che ci permettono
di viaggiare tra l’incedere di trame presenti nelle opere di Ugo Gangheri.
e due incontri con gli scrittori e poeti
Pietro De Marchi
Enzo Martines
Ciclo Muri
Sacco di caffè, ferro, acrilico
Polittico 136 x 444
2023
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Cà Lozzio Incontri - Oderzo /TV
Inaugurazione 20 marzo 2022
Cà Lozzio Incontri, Via Maggiore 23, Piavon di Oderzo (TV),
dal 20 marzo al 18 aprile 2022, ospita una mia mostra.
Curatrice Donatella Avanzo.
Inaugurazione: 20 marzo 2022 ore 11,00.
Visitabile: venerdì, sabato e domenica, ore 15,00 – 24,00
Donatella Avanzo
Scrivere di Ugo Gangheri non è cosa semplice. Egli opera, in maniera sorprendente, sulla vicinanza di materia e materia, sulla variazione di superficie, sulla sostituzione di un colore con componenti di colore simile ma molto più ricchi di informazioni (lastre di ferro, carta, scarti industriali), derivanti dalla loro consistenza fisica, dal loro uso precedente e dal loro eventuale vissuto;
infine, opera mediante l’origine dei contrasti tra materie diverse e attraverso un istintivo impianto geometrico dell’immagine da ottenere.
Ciò che è più importante nell’analisi dell’artista è il raggiungimento della forma e dello spazio mediante un rapporto di raffinato equilibrio tra i diversi elementi materici che si concretizzano in ogni sua opera.
Attraverso la detessitura di vecchi sacchi di caffè crea la forma geometrica da cui ha inizio la costruzione del suo atto artistico, come per esempio in “Vitalità imprigionata” dove il ferro arrugginito fronteggia lo sguardo dell’osservatore con fierezza e precisione.
Le sue opere sono venate da una grande spiritualità, con sviluppi formali che negli anni lo avvicinano a certe atmosfere dell’Arte Povera.
Le lame metalliche che paiono incidere e squarciare la scomputata trama della iuta attivano il suo linguaggio pittorico e ci spingono a vederci riflessi nelle nostre inevitabili fragilità.
Fragilità, ma anche inesauribile energia vitale rappresentata dai bagliori dell’incorruttibilità dell’oro presente anche nelle essenziali sculture esposte per la prima volta in questa mostra.
Il ricorso a entità organiche e inorganiche trasforma il suo linguaggio in un’esperienza corporea intesa come trasmissione sensoriale.
La vita pittorica di Ugo Gangheri è stata influenzata da artisti quali Burri, Fontana, Tapies, ma soprattutto da suo padre, anch’egli pittore e appassionato d’arte, che ha saputo trasferire in lui il dono della sensibilità che sta nella capacità di mettere in movimento e in discussione la forma.
Il suo interesse è quello di studiare gli aspetti materici dell’arte e le sperimentazioni che conducono l’artista e lo spettatore oltre la superficie del quadro.
In tutta la sua ricerca egli svilupperà anche una relazione del tutto personale con la cultura e l’instabilità sociale della storia attuale che porterà alla realizzazione di cicli tematici:
Tracce, in cui ricerca la sacralità dell’esistenza; Muri, dove esplora le barriere che si creano nella società e nell’animo di ognuno di noi; Umanità, con la sua riflessione sull’atteggiamento evolutivo dell’Uomo.
La ricerca costante di materiali che parlino della fragilità dell’essere umano viene riconosciuta dall’artista nelle lastre di ferro corrose che diventano simboli di quel male che è dentro di noi, che ci devasta e indebolisce, ma che può essere compreso e trasformato in energica creatività per concretizzare rilevanti opere artistiche.
Nei suoi lavori è sempre presente un gioco di metamorfosi e contrasti quali, per esempio, carta e ferro: leggerezza e pesantezza si incontrano in un quieto dialogo che tende ad armonizzare gli elementi. Il contrasto serve da cortocircuito visivo che spinge l’osservatore a fermarsi per comprendere il significato di quella vicinanza.
Ugo Gangheri, attraverso il dialogo tra materia organica e inorganica, è espressione di quella cultura e di quella storia che si oppone alla distruzione e all’oblio di questa nostra società detta Umanità.
Cà Lozzio, 20 marzo 2022
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MOSTRA INTERNAZIONALE
"Il tuo volto, Signore, io cerco"
Madonna delle Grazie, Udine
18 ottobre - 10 novembre 2019
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MOSTRA INTERNAZIONALE "Omaggio a Cividale"
Cividale del Friuli
Chiesa di Santa Maria dei Battuti
12 ottobre - 3 novembre 2019
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III Rassegna Nazionale di Pittura
e Arte Contemporanea #Seghizzi, 30 giugno - 31 agosto 2019
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Genius Loci - Parco Sant'Osvaldo Udine
8 giugno - 7 luglio 2019
Dall’8 giugno al 7
luglio 2019 a Udine un grande evento promosso da L’Arte Non Mente “Genius Loci
- Oltre l’ex Manicomio” con il patrocinio della Soprintendenza Archeologia e
Belle Arti FVG.
Fervono i preparativi per il 6° anno consecutivo di L’Arte
Non Mente a Udine nell’ex Manicomio di Sant’Osvaldo nel periodo che va dall’8
giugno al 7 luglio.
Una celebrazione dell’arte, nel rispetto e nel ricordo di ciò
che è stato il luogo e di coloro che sono passati tra queste mura. L’evento
come sempre sarà ricco di musica, mostre, attività teatrali e non solo.
Quest’anno il nucleo del progetto sarà l’esposizione del
Genius Loci: espressione adottata in architettura per individuare una forma
d’approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente che consiste
nell’interazione tra il luogo e la sua identità.
Questo avverrà grazie alla tecnica utilizzata con successo
dal duo Ttozoi. Il duo da diverso tempo infatti realizza in diversi siti a
livello internazionale il proprio lavoro .
La modalità, interessante e singolare, è di far prolificare
naturalmente delle muffe in un dato luogo e in un dato tempo. Questo fa sì che
l’opera d’arte diventi la sintesi, il connubio tra essa stessa e il luogo.
Infatti la muffa, utilizzata come medium artistico, risulta fortemente
influenzata dalle microclimatiche del luogo di
esecuzione.
Le opere, così, riescono a “catturare” l’anima del luogo,
trasferendo sulla tela la memoria del sito.
In questo senso, 7 artisti scelti dalla curatrice Donatella
Nonino: Beatrice Cepellotti, DAZ Daniela Moretti, Alfonso Firmani, Gangheri
Ugo, Maria Elisabetta Novello, Silvano Spessot, Enzo Valentinuz, e lo stesso duo
TTOZOI Stefano Forgione e Giuseppe Rossi lavoreranno su 18
tele che poi verranno messe a dimora nei padiglioni dismessi del Parco di
Sant’Osvaldo per un periodo di 40 giorni. Il risultato di queste sinergie in
una residenza d’artista collettiva, dell’arco di 2 mesi circa, sarà in
esposizione in una mostra permanente e a ingresso gratuito per tutta la
manifestazione.
Nello stesso periodo molti saranno gli artisti che
interverranno con installazioni site specific e performance in tutto il parco.
Tra i nomi, l’artista Adele Ceraudo, quest’anno è stata scelta per la Concept
Area dove esporrà alcuni dei suoi lavori.
L’evento ha come madrina d’eccezione la Conservatrice dei
Civici Musei di Udine Vania Gransinigh mentre la presentazione è affidata a
Francesca Agostinelli.
Inaugurazione e conferenza stampa 8 giugno 18.30 Parco
dell’ex Manicomio di Udine











Palazzo Zaguri
Venezia
Mostra di arazzi: Da
Kandinsky a Botero: tutti in un filo
Opere dei grandi
maestri riprodotte su arazzi dall’arazzeria Ugo Scassa di Asti in dialogo con artisti contemporanei
Fino al 31 agosto 2019
Comunicazione di
Mostra
da Kandinsky a Botero; tutti in un filo
Buongiorno Venezia!
Nella
sala del telaio ad alto liccio arriva l’opera originale di Ugo Gangheri,
l’artista che crea capolavori sui sacchi di caffè, quasi a ricordare quanto l’arte sia al
contempo umile e immensa, proprio come il lavoro di alto artigianato delle
tessitrici di arazzi di Ugo Scassa.
APOLLO
E DAFNE, L’ARAZZO LASCIA IL POSTO AL DIPINTO:
Dall’archivio storico di Corrado Cagli arriva a Palazzo Zaguri
il quadro originale che fece esclamare al pittore marchigiano
“Scassa, il suo arazzo è più bello del mio quadro!”
Ma il
quadro di Cagli non è l’unica novità... Nella sala del telaio ad alto liccio
arriva l’opera originale di Ugo Gangheri, l’artista che crea capolavori sui
sacchi di caffè, quasi a ricordare quanto l’arte sia al contempo umile e
immensa, proprio come il lavoro di alto artigianato delle tessitrici di arazzi
di Ugo Scassa.
TRAME E FILI D’ARTE
Ugo Gangheri a Palazzo Zaguri nella mostra: "Da Kandinsky a Botero - Tutti in un Filo"
Tra le
varie forme e i molteplici modi dell’arte contemporanea, una delle più
particolari è certamente quella espressa su trame e su fili; dagli arazzi
antichi alle filiere ultramoderne d’oggi, che oltre a costituire un dialogo fra
passato e presente e un confronto fra antico e odierno, rappresenta la
continuità di un unico percorso artistico, suggestivo e innovativo, espresso in
nuove forme e nuovi colori. E’ questo l’originale messaggio della grande mostra
ospitata a Venezia nel palazzo Zaguri, in campo San Maurizio, aperta fino al 31
agosto 2019, che costituisce un evento internazionale unico. La rassegna
espositiva presenta opere straordinarie che coprono tutto il Novecento
muovendosi sempre tra ricerca e sperimentazione; si tratta di oltre 100 capolavori
di celebri maestri come Kandinsky, Mirò, Dalì, Casorati, Capogrossi, Guttuso,
Sironi, Warhol, Matisse, Klee, De Chirico, Cagli, Basaldella e Botero e di
altri importanti artisti contemporanei fra cui il friulano Ugo Gangheri.
(1946). Gangheri, infatti, oltre all’astrattismo su tela, riconosciuto non solo
in Italia, da qualche anno crea capolavori artistici ultra moderni sulle trame
intrecciate dei sacchi di caffè. Sui tessuti ruvidi e materici di juta,
l’artista dipinge la sacralità dell’esistenza percorrendo i sentieri profondi
dello spirito e degli sfondi metafisici ancora più emergenti nella materia
povera dei fili tattili e intessuti, che in tal modo, imbevendosi di tinte
sapienti, sono in grado di esprimere segni e forme impregnate di simbologia e ritualità.
Le trame di juta, che in apparenza sembrano ruvide ma che invece lasciano
trasparire di per sé morbidezze artistiche, materiali e spirituali, sono
trattate dall’artista friulano quasi con antica artigianalità mediante un
linguaggio visivo di tradizione che però sconfina nella più audace innovazione,
tanto da distendersi in un continuo canto che si innalza sopra la storia
dell’uomo per celebrare la divinità dell’esistenza, le profondità cosmiche e i
misteri del divenire. L’arte innovativa di Ugo Gangheri, con i suoi moderni
arazzi che palesano varianti, contrasti e intarsi di gamme cromatiche che
riverberano sempre una sacralità laica, si inserisce a pieno nel percorso della
straordinaria mostra internazionale di Venezia, che intende confermare, non solo
con le opere dei grandissimi maestri internazionali, la continuità dell’arte
oltre la materia e il tempo.
Mario Martinis
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Mostra Tracce - PAB Portogruaro
4 gennaio - 13 gennaio 2019
Inaugurazione Mostra Tracce - PAB Portogruaro - 4 gennaio 2019
Ugo Gangheri con Alessandra Santin, Fabio Franzin e Roberto Ferrari,
alla presenza di tanti amici appassionati d'arte.




Al P.A.B. Punto Arte Benandante a Portogruaro VE espone Ugo Gangheri con la mostra Tracce. Introduzione critica di Alessandra Santin e letture poetiche di Fabio Franzin. Fino al 13 gennaio 2019. --- Siamo abituati ad osservare che in una tela dipinta diventa spesso principale il soggetto rappresentato e i colori stesi, seppur con qualsiasi tecnica, sul supporto. In questi lavori di Ugo Gangheri è proprio il supporto ad avere senso nella sua pittura. Tra l'altro si sono invertiti di ruolo il mezzo e il fine. Se la tela, per necessità, è il mezzo e la pittura è il fine, con il suo fare Ugo Gangheri ha ribaltato la consuetudine, ed è proprio questa azione che ci pone delle riflessioni. Nei suoi sacchi, quindi, la pittura è il mezzo e la tela è il fine, il risultato e l'obiettivo del suo atto creativo. Quindi la sua pittura si ribalta; pare che la sua non sia una tecnica mista su sacco, bensì un sacco su tecnica mista. Gli esiti della sua pittura sono stati rivoltati come un tessuto in cui le cuciture sono messe in evidenza e non appaiono scomode. Le cuciture sono linee che dividono il sacco in più piani pittorici che dialogano tra loro, senza che uno prevalga sull'altro. I sacchi sembrano imbevuti di colore e l'autore fa emergere le diverse tramature che fanno rima con le campiture di colore. Nei suoi sacchi la materia è supporto. La ruvidezza della materia è sinonimo di sacrificio, fatica e sudore per il lavoro nelle piantagioni di caffè, come si legge nelle geometrie che l'autore pone in evidenza. Un'opera non solo va osservata ma anche letta per fare nostra un'esperienza personale.
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esposte al PAB di Portogruaro
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Mostra Essentia - Palazzo Frangipane Tarcento
Silvia Braida - Eleonora Oleotto - Gigi Murello - Ugo Gangheri
Ottobre - novembre 2017
Alessandra Santin
Cecelia
Ahern ricorda a Ugo Gangheri che è
necessario scartare cose per trovare la materia che meglio si
presta al proprio sentire. La trama di vecchi sacchi industriali, sottoposta a
detessitura, gli consente di sconfinare oltre il visibile. Trafori e
composizioni sapienti dichiarano quanto l’Oltre e l’Alto rappresentino i suoi
punti di ri-ferimento.
Lo sguardo
si eleva nella sacralità delle forme e nelle ferite orizzontali suturate. La
carica simbolica di antichi dei primordiali, nell’immobilità rituale, annuncia
valori inalienabili.
La bellezza di
certe tinte inedite, in dialogo con la ruvida evidenza della materia trova, nel
contrasto e nell’opposizione, le vie dell’armonia, del dialogo poetico che
sempre rinnova la lettura. Il risultato, astratto
e figurativo, è leggibile e oscuro allo stesso tempo; è la conseguenza di un processo
costruttivo elaborato, la cui percezione che ne consegue è sempre lenta. Nelle opere
si annida una morfologia invisibile che è la parte integrante e più
significativa del lavoro.
Essa va pazientemente cercata. Trovarla è emozione pura, canto opaco di
luce palpitante.
Premio Ermanno Orler - Prima Edizione 2017
Presentazione dei 10 finalisti - Galleria Orler Mestre - 2 giugno 2017
Alcune foto dell'evento:
XIV. INTERGRAF Grafikbiennale Alpe Adria
"1914 - 2014 Kommunikation: Evolution oder Involution?"
Eröffnung am Donnerstag, 12. März 2015 um 19:30 Uhr
im Kunsthaus Weiz, Stadtgalerie
8160 Weiz, Rathausgasse 3
Dauer der Ausstellung bis 2. April 2015
Es nehmen 20 Künstler aus den Alpe Adria Regionen Friaul, Slowenien, Vas (Ungarn), Burgenland und Steiermark teil.
Zur Ausstellung erscheint ein Katalog.
Ugo Gangheri
Andrea Gangheri
Titolo:
Incastro
Dimensione: (100
x 70) + (100 x 70)
Anno di
esecuzione: 2014
Tecnica:
Incisione collagraph
Tematica
svolta:
La
comunicazione intima, personale, affettiva, passionale evolve, si estende, si
intreccia con la comunicazione pubblica. È parte integrante dell’incastro. Non
è più solo una fonte alimentante ma è essa stessa comunicazione pubblica vista
da milioni di persone e consumata all’istante. In questo modo questa
comunicazione intima rischia quindi di perdere la sua funzione arricchente e di
sostegno. Rischia di non rivelare più la “persona” (autentica, genuina) ma solo
il “personaggio”. Quasi venisse fagocitata dalla comunicazione pubblica che
ormai la circonda completamente e che le lascia una superficie d’azione
limitata, ma pur sempre viva e pulsante.
L’involucro,
il Guardiano dei Tempi, è spesso senz’anima, vuoto al suo interno, intento a
raccogliere e raccontare storie di “personaggi” (non di “persone”), fatti,
misfatti, eventi, che creano una nebbia disorientante, una griglia nero pece
che non fa più trasparire la luce, la fa scomparire. Appiattisce, uniforma,
omogeneizza pensieri e comportamenti, desertifica i sentimenti. Questo
involucro avrebbe bisogno di una comunicazione intima che riesca a dare nuova
anima e energia, iniziando a sgretolare questa fitta trama nero pece.
L’incastro
equilibrato di queste due comunicazioni porta verso l’evoluzione.
Mostra personale di Ugo Gangheri alla
Casa della Confraternita – Castello di Udine
20 settembre – 5 ottobre 2014
Il Centro Friulano
Arti Plastiche in collaborazione con il Comune di Udine ed i Civici Musei
promuovono la mostra personale dell’artista
UGO GANGHERI, dal titolo “Tracce”, che
sarà inaugurata sabato 20 settembre, alle ore 17.00, presso la Casa della
Confraternita, nel complesso del Castello di Udine.
L’evento espositivo,
patrocinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Udine, dal
Comune di Udine, dai Civici Musei, dal Comune di Povoletto e dalla Fondazione
CRUP, si inserisce nell’ambito delle iniziative che il CFAP sostiene a favore
degli artisti del territorio.
La
mostra, presentata dalle note critiche di Licio Damiani, propone gli ultimi
lavori dell’artista, eseguiti su sacchi grezzi di juta con interventi di
detessitura della trama. Il sacco di caffè così lavorato, da materiale povero, si
trasforma e si colora con le tinte dei
luoghi di partenza ed arrivo, diviene
testimone di sentimenti ed assume una propria personalità.
La mostra è visibile:
Sabato/Domenica 21,27,28 settembre 10.30
– 12.30 e 16.00 – 18.30
Sabato/Domenica
4,5 ottobre 10.30 –
12.30 e 15.00 – 17.00
Marco Biscione
Direttore dei Civici Musei, Udine
Con la mostra dedicata a Ugo Gangheri si riprende la collaborazione tra il Centro Friulano Arti Plastiche e i Civici Musei di Udine. Viene riattivato un percorso di collaborazione necessaria e obbligata, nell’accezione più positiva di questi termini.
Se infatti i Civici Musei hanno nella loro missione istituzionale il ruolo di valorizzare e promuovere le risorse culturali del territorio, è solo attraverso la collaborazione con associazioni come il CFAP, che selezionano, filtrano propongono quello che di più interessante e meritevole esprime la creatività artistica friulana che questo obiettivo può essere realizzato.
In oltre cinquanta anni di attività il CFAP è stato un protagonista della vita culturale della regione, un punto di riferimento anche per chi ha cercato di percorrere la difficile strada della ricerca artistica.
E proprio da questo punto di vista è esemplare la mostra Tracce nella quale si presenta l’opera di un artista come Ugo Gangheri. La ricerca continua di un percorso sempre originale sembra essere la cifra di questo artista che arriva, nelle opere esposte, a smaterializzare la materia più semplice e grezza - la juta dei sacchi - trasformandola in un potente mezzo espressivo, in cui la semplicità e intuitività servono invece a farci accedere alla complessità dei temi affrontati.
Trame di Ugo Gangheri
arch. Michele Gortan
Presidente del Centro Friulano Arti Plasti
Ugo Gangheri è un artista residente nella nostra Regione, è un socio del Centro Friulano Arti Plastiche, il frutto del lavoro dal 2010 ad oggi è qui esposto, in questo storico spazio della Città, che ci ha visti nascere come Associazione culturale nel 1961.
E’ evidente che queste opere sono il frutto di un cammino, di una crescita attraverso ricerca e sperimentazione, che trasforma il vissuto, il quotidiano, le proprie vicende umane in “momenti”, oserei quasi dire “emblemi” fissati cromaticamente sulla juta per sottrarli al “tempus fugit” ed essere proposti come cronaca di vita vissuta ad insegnamento di chi prosegue la propria esperienza terrena.
Per avere la fortuna di apprendere il messaggio contemporaneo di Ugo, Vi invito a curiosare, con discrezione, nel suo vissuto, leggere le opere precedenti, apprezzarne il cromatismo, viaggiare nei luoghi a lui cari, vivere gli incontri, assaporare il legame con la terra friulana, leggere l’apparato critico e collocarlo cronologicamente.
La “resa naturalistica” enfatizzata da Licio Damiani nel 2008, ha oggi lasciato ampio spazio all’espressione astratta delle “Tracce”.
Pino Pilotto nel 2009, visitando la mostra “Ugo Gangheri – Viaggio e cammino”, percepisce che “Passeggiando fra i quadri ed entrando nei dipinti è come se l’artista fosse sempre al mio fianco, in quanto le tele sono una parte di lui; una parte sostanziale.”
Ugo desidera comunicare attraverso le Sue opere, far riflettere, far soffermare il visitatore innanzi a quel sacco, leggere quella cucitura, percepire la trama della juta, assaporare la ricercata scomposizione del tessuto per proporci una diversa e rinnovata matericità superficiale.
Andiamo “oltre i luoghi”, viviamo gli “Incontri preordinati”, scopriamo nelle “Profondità nascoste” “la voce del silenzio”, riflettiamo su quel possibile “velato segnale”, per porci i “segni annunciati” durante l’inconsapevole ”Attesa fra realtà e sogno “ e attraverso “lo scorrere del tempo” giungiamo all’obiettivo della vita, alle “tracce”, opera di grande formato che vuole essere il punto d’arrivo di questo fraseggio sussurrato da Ugo a noi visitatori di questa mostra.
Nel sussurro delle trame, nel fraseggio dei colori Ugo ci bisbiglia, ci rende partecipi della Sua Vita per suggerirci possibili chiavi di lettura al nostro vissuto, forse troppe volte condotto con superficialità senza ricercare la trama che lo compone.
Ugo Gangheri – Mostra Tracce – 20
settembre 2014
Sinfonie cromatiche e icone laiche
nella fastosa pittura di Ugo Gangheri
Ricco e
diversificato è il tessuto artistico contemporaneo in Friuli. Ma non tutti gli
autori godono di uguale riconoscimento. Ci sono artisti che, per una ritrosia
temperamentale a mostrarsi o per altre scelte personali, sono poco conosciuti
in loco, pur avendo un regesto di partecipazioni a importanti rassegne fuori
regione e all’estero.
Tra questi c’è Ugo
Gangheri, pittore misterioso e affascinante, ricco di qualità umane. Egli è
riservato, gentile, disponibile, aperto al colloquio. Ama lavorare appartato
nel suo piccolo Eden domestico a Savorgnano al Torre. La sua villetta è
affondata tra il verde di un giardino ben curato, ricco di angoli avvincenti.
Qui egli fa della pittura un’avventura dello spirito germinata da esperienze
interiori, vissute in connessione dinamica con la realtà esistenziale.
Attento, in
silenziosa ricerca, ad alcune espressioni cardine dell’arte contemporanea, le
sue opere più recenti assorbono in termini personalissimi la tradizione del
cubismo, del dadaismo, del neoplasticismo, rileggono il fervore fantastico di
Kandinskji, restituiscono con un linguaggio estremamente libero e tutto inventato
le astrazioni favolistiche, l’arcano potere d’incanto, l'apparente ingenuità,
le sembianze di pietre preziose, affioranti nelle opere di Klee. L'immediatezza
del gesto pittorico, trattenuta entro strutture di una geometria
dell'immaginario, compone enigmatici paesaggi interiori, fastosi caleidoscopi
di luci, incandescenze e grotte d'ombra.
Si dispiegano
equilibri di spezzoni blu, celesti, gialli e frammenti d’arcobaleni rossi e
violetti, “cinture” azzurre raccordano scaglie arancione, cunei madreperlati,
mezzelune inchiodate su cieli di nero-carbone. S’impennano magiche tastiere di
gialli e di carmini, di bruni, di terre di Siena, d'incandescenze dorate, di
opalescenze, di grigi perlati, di verdi profondi, di cilestri. Allucinazioni
agglutinate di elementi indefiniti si riflettono e rifrangono in moltitudini di
specchiere. Bagliori fiammeggiano su tarsie brune e grigie. Quadrangoli
irregolari, elementi trapezoidali, fasce, rettangoli, cerchi s’incrociano e si
compenetrano componendo cromatiche sinfonie. Il colore, il disegno, le masse
plastiche si articolano in un’armonia di forme pure, opulente. Sono visioni
rigorose, antidecorative, espressioni di un sognante raccoglimento fondato su
un intenso afflato contemplativo. L’utilizzo della bellezza fragile della tela
grezza di juta, che per certi aspetti apparenta il friulano Gangheri all’umbro
Burri, sembra far risuonare mistiche “voci del silenzio”.
A partire dal 2010 è cominciata ad affiorare nella sua
pittura una severa umiltà francescana che, nel corso degli anni successivi, ha
subito un processo di raffinata sublimazione. Utilizzando colori a olio intrisi
di acqua ragia e colle resinose Gangheri ottiene insoliti contrasti di
atmosfere lucide e opache, elaborando articolate, flessibili, lucide litanie.
Sui fili tattili annodati e intessuti d’una materia la cui povertà esalta la
delicatezza lirica, semplici purissime forme elaborano sequele liturgiche
intrise d’una pacata musicalità gregoriana. Riflessi di conopei, i tessuti che
velano il tabernacolo eucaristico, riverberano orfici sentimenti d’attesa.
Oltre i luoghi, oltre i pensieri – afferma l’artista – risiede l’ignoto, dimora il mistero, esplode il sentire,
s’irradia la luce dell’anima.
Quadri come tarsie, tracce, impronte, o come
icone laiche sottese da una sacralità interiorizzata, rebus complessi ricchi
d’insondabili precetti, di segrete pulsioni del cuore. Suggestive reliquie del
presente che veicola la purezza attraverso l’impurità, si propongono quali
sudari del mondo contemporaneo attraversati da una sottile fisicità, torbidi
come certi catrami, anche se in grado di abbagliare all’improvviso per
insospettati lucori simili a lame di luce nei mattini invernali, intrisi a
volte come di teneri sentimenti d’umiltà e di mansuetudine, altre volte carichi
d’una implacabilità austera e laconica. L’artista riproduce quanto nella sua
mente vede di eterno e d’immutabile, tenta di rendere visibile l’invisibile,
attraverso la materia aspira a raggiungere l’immateriale in tensione verso la
trascendenza dell’assoluto. Egli è pittore-filosofo che elabora con
trascendentale pazienza incantamenti alchemici.
25 gennaio 2014
nello studio
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23 novembre 2013 - ore 17,00
presso la Galleria "La Comunale" di Monfalcone
Inaugurazione della
Rassegna Regionale d'Arte
All'interno della mostra presentazione dell'Anteprima "Progetto Friuli-Kosovo"
Evento organizzato dal Comune di Monfalcone in collaborazione con il
Centro Friulano Arti Plastiche
24 novembre 2013 - 5 gennaio 2014
da mercoledì a venerdì 16/19, festivi e prefestivi 10/13 e 16/19
chiuso: 25/26 dicembre 2013, 1° gennaio 2014
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